THE HOUSE OF ARTS & CULTURE
Beirut
2008
Client
Republic of Lebanon, Ministry of Culture
Project status
Competition
Size
17.290 mq
Cost
20.000.000 $
The project’s area is an urban open space on the edge of the historical centre known as the Ring, which has lost its identity and relationship with the city. The project will maintain the relationship with the height of the buildings of the surrounding area, guaranteeing a visual continuity.
The construction is on a site which is modeled like a natural arena, intended as a meeting place and space for performances and installations.
The building creates a dialogue with the city at a territorial level with the infrastructure, and at neighbourhood level: the compression of the covered piazza removes the perception of urban traffic, and gives Ghalghoul a new meeting space.
Circulation through the building begins from the entrance hall and the grand stairway which underlines the Ghalghoul Ring. This space is conceived as a vertical passage, along which open views of the activities of the city and of the MAC. The “hall-stairway-foyer” block constitutes a unique space whose vertical development is planned in sections according to a successive compression-dilation pattern.
The project promotes the idea of an art factory, where all activities are visible, both to visitors and to the city.
The entire organism is generated by an aggregation of parts: the functional blocks, stratum by stratum, are concentrated around the central space of the great hall. The external envelope encloses the volume like a skin, crossed by the large horizontal ribbons that pass from one façade to the other, dematerialising the corner.
The use of light is the common thread which runs through the entire project: the light is modeled by diaphragms, it diffuses, becomes reflected or absorbed depending on the materials it encounters, it produces effects on the space, it heightens the play of volume and surface, intensifying the contrasts of the internal pathways.
The functioning of the theatre foresees the simultaneous use of two areas for shows, plus additional spaces below the theatre seats and around the stage. This use is obtained through mechanical movement of the floor.
The exhibition space follows a route that begins from the main hall and leads, via a ramp, to the highest level. It is configured as a neutral volume with a vertical light source which can have different configurations through the use of movable walls.
The ramp inside the exhibition space can be used for installations and offers, at the same time, an overall view of the large space and the shell-like structure which contains the theatre.
La proposta nasce a partire da una rifessione sul carattere di vuoto urbano dell’area di progetto e del suo rapporto con la città. Questo luogo, persa la sua identità , si colloca al margine del centro storico definito dal “Ring”.
Il progetto ha scelto di mantenere il rapporto altimetrico dell’area con le quote delle strade circostanti, garantendo la continuità sia visiva che dei percorsi.
Il solido gravita sul suolo modellato come un’arena naturale, pensata come luogo di incontro, di connessioni urbane e spazio per performance ed installazioni.
L’edificio dialoga con la città alla scala territoriale dell’infrastruttura e a quella del quartiere: la compressione della piazza coperta annulla la percezione del traffico urbano e offre a Ghalghoul un nuovo spazio di aggregazione.
La circolazione si svolge a partire dal sistema della hall d’ingresso e della grande scala che sottolinea la direttrice Ghalghoul-Ring. Questo spazio è concepito come una passeggiata verticale, lungo la quale si aprono degli scorci delle attività del MAC e della città.
Il progetto promuove l’idea di una fabbrica d’arte, dove tutte le attività del Mac siano visibili sia ai visitatori che alla città, e gli elementi stabiliscano reciproche relazioni visuali.
Il sistema degli accessi prevede il collegamento diretto di due parti della città attraverso la piazza.
Il blocco “hall-scala-foyer“ costituisce uno spazio unico il cui sviluppo verticale è pensato in sezione secondo una successione “compressione-dilatazione”.
L’intero organismo è generato per aggregazione di parti: i blocchi funzionali, strato per strato, si concentrano intorno al vuoto centrale della grande sala. L’involucro esterno chiude il volume come una pelle, attraversata da grandi nastri orizzontali che passano da una facciata all’altra, smaterializzando l‘angolo.
L’uso della luce è il fil rouge che attraversa l’intero progetto: la luce è modellata da diaframmi, si diffonde, viene riflessa o assorbita in relazione ai materiali che incontra, produce degli effetti sullo spazio, da profondità ed esalta il gioco dei volumi e delle superfici, intensificando i contrasti del paesaggio interno.
Il funzionamento del teatro prevede l’utilizzazione simultanea di due sale di spettacolo e di spazi addizionali che si trovano aldisotto della cavea e attorno alla scena, questo uso è ottenuto attraverso dei dispositivi meccanici per la movimentazione del suolo.
Lo spazio espositivo segue un percorso che si svolge a partire dalla sala principale e che conduce, attraverso una rampa, al livello più alto dell’esposizione. Si configura come un volume neutro con un’illuminazione zenitale, che può assumere differenti configurazioni attraverso la movimentazione di pareti mobili.
La rampa, all’interno dell’esposizione, si presta ad accogliere, a sua volta, delle installazioni, e offre, allo stesso tempo, una visione globale del grande vuoto e del guscio che contiene il teatro.
Credits:
Team
SM-arch