RISTRUTTURAZIONE E RICONVERSIONE DELL’EX PALAZZO INA IN ALBERGO
Ragusa
2010
Client
Comune di Ragusa
Project status
Competition
Size:
9.380 mq
**TESTO IN INGLESE**
Si intende restituire alla piazza la sua identità, rafforzando la relazione con il grande portico del Palazzo, concepito come sua estensione naturale: uno spazio permeabile che catalizzi molteplici funzioni, varie tipologie di ristorazione (slow e fast), in grado di offrire una risposta a una domanda diversificata, l’ospite dell’albergo, il turista, il visitatore. Il portico – terrazza come nodo di collegamento tra i due livelli della città, aggrega fisicamente e visivamente in un unico sistema, in successione continua, il sagrato, la piazza e il giardino murato. Attraverso la scelta di mantenere il portico permeabile alla vista dalla piazza e dal giardino, si cerca di realizzare l’ integrazione tra l’intervento e lo spazio pubblico, in modo che l’edificio non costituisca cesura del ritrovato rapporto col giardino ma che divenga esso stesso spazio pubblico. Si intende mantenere la compagine strutturale adeguandola ai requisiti antisismici e fasciarla con un guscio leggero, una facciata ventilata che acquista spessore quando intercetta le logge. Si prevede di avvolgere lo scheletro strutturale con un esoscheletro matericamente e strutturalmente distinto dal primo, che ne rispetti il ritmo e le proporzioni: la campata strutturale diviene l’unità compositiva che detta il modulo delle camere dell’albergo. I volumi e gli spazi di connessione definiscono un paesaggio interno nel continuum strutturale. Le funzioni dell’albergo si svolgono ai quattro livelli superiori e al livello interrato in modo da non costituire interruzione della continuità urbana. La proposta interpreta in chiave contemporanea il tema della terrazza abitata e della loggia, concependo l’intero complesso come una successione ai vari piani di spazi esterni, coperti ma aperti, che declinano possibili modalità di affaccio. L’edificio fotografa e restituisce immagini della città. Il paesaggio urbano viene catturato e riflesso all’interno di due grandi vuoti che funzionano come caleidoscopi. L’organismo viene pensato complessivamente come un elemento che capti delle vedute urbane e le rifletta, un punto di osservazione che introduca un nuovo modo di percepire la città da diversi punti di vista e secondo diverse modalità di visione. I grandi buchi attraversano l’intero volume e misurano la sezione del fabbricato, si configurano come dei luoghi collettivi su cui si innesta il sistema di circolazione. Le gallerie interrompono la regola ripetitiva delle logge e sovvertono la frontalità della visione, restituendo un’immagine della città riflessa e moltiplicata. Questi grandi vuoti estroversi suggeriscono nuove prospettive del paesaggio urbano.
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Credits:
Team
SM-arch
Consultant
Structure: Giulio Ventura
Historical: Giorgio Flaccavento